Una Barca Scura
Gianmaria Testa
4:33Molto di più della terra sotto i piedi Qui mi mancano le voci e la città E poi mi manchi tu che non ti vedo più da quando sono qua Siamo saliti prima che finisse il turno Sopra il tetto della fabbrica a guardare Se dall'alto si vedesse finalmente chi ci ha fatto licenziare Il primo giorno se ne è andato quasi in fretta Noi di sopra e gli altri sotto a questionare Ma di chi sono quelle facce sopra il tetto e cosa hanno da guardare Poi è arrivata sventolando la volante E un bambino ha salutato da un balcone Prima che facesse notte si è piazzata la televisione E no, non scendo E vacci pure tu, davanti alla tv No, no, non scendo E non mi tira giù nemmeno la tv Come passanti quando all'improvviso piove Stipati all'unico riparo di un portone Quelli di sotto si piazzavano davanti all'occhio della trasmissione Io sopra il tetto c'ho rimasto anche un parente Per me la colpa è la delocalizzazione Tutti volevano un microfono per dire qualche cosa alla televisione E mentre il buio si calava per le strade E sui cancelli e le ringhiere di Torino E si era spenta anche la luce del balcone dove c'era quel bambino Io per un attimo ho creduto di vederti In mezzo agli altri sotto a solidarizzare Però non eri tu e son rimasto su, sul tetto a bivaccare E no, non scendo E vacci pure tu, davanti alla tv No, no, non scendo E non mi tira giù nemmeno la tv Sono passati giorni e notti da quel giorno E per la strada tutto torna a circolare Solo ogni tanto c'è qualcuno che alza gli occhi e mi guarda guardare Anche i compagni sono andati e li capisco Non era mica così facile restare Se c'è qualcuno che ti aspetta sei qualcuno da potergli raccontare Così da solo adesso guardo per mio conto E non m'importa più di scendere o tornare E non m'importa più nemmeno di sapere chi mi ha fatto licenziare Passano i giorni tutti uguali e non li conto Tolgano il fiato a chi mi segue da vicino Io di per me rimango qui e mi accontento Di parlare col bambino Di parlare col bambino