Novecento

Novecento

Paolo Conte

Длительность: 3:34
Год: 2011
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Текст песни

Dicono che quei cieli siano adatti ai cavalli
E che le strade siano polvere di palcoscenico
Dicono che nelle case donne pallide
Sopra la vecchia Singer cuciano gli spolverini di percalle
Abiti che contro il vento stiano tesi e tutto il resto siano balle
Vecchio lavoro da cinesi, eh-eh-eh, eh-eh

Dicono che quella vecchia canzoncina dell'Ottocento fa sorridere
In un dolce sogno certe bambole
Tutte trafitte da una freccia indiana
Ricordi del secolo prima, roba di un'epoca lontana
Epoca intravista nel bagliore bianco
Che spara il lampo di magnesio
Sul rosso folle del manganesio, eh-eh-eh-eh

Indaco era il silenzio e il Grande Spirito
Che rallentava la brina, scacciava i corvi dalla collina
Come una vecchia cuoca in una cucina
Sgrida i fantasmi del buongustai di una lenta cantilena
Lasciamo stare, lasciamo perdere, lasciamo andare
Non lo sappiamo dov'eravamo
Quel mattino da vedere, eh-eh-eh, eh-eh-eh, eh-eh-eh

Dov'eravamo mai in quel mattino
Quando correva il Novecento, le grandi gare di mocassino
Lassù, sul palcoscenico pleistocenico, sull'altopiano preistorico
Prima vulcanico e poi galvanico
Dicono che sia tutta una vaniglia, una grande battaglia
Una forte meraviglia, eh-eh-eh, eh-eh

Galvanizzato il vento spalancava tutti i garages
E liberava grossi motori entusiasmati
La paglia volteggiava nell'aria gialla
Più su del regno delle aquile dove l'aereo scintilla
L'aereo scintillava come gli occhi dei ragazzi
Che randagi lo guardavano tra i rami del ciliegi, eh-eh-eh, eh-eh